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ALLO SPECCHIO (2009) - aggiunta il 22 maggio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

Lo reputo uno degli album migliori dei Nomadi, un cd vivo che ci voleva proprio a ravvivare la musica italiana di questi ultimi tempi: hai ragione, non se ne può più...
Il cd esprime da diversi punti di vista il guardarsi allo specchio, il riflettere sulla vita, farsi sempre un esame di coscienza sulle nostre azioni.
Il che è ben evidente nel singolo,
"Lo specchio ti riflette (el espejo te delata)", dove si sostiene che tutte le azioni che facciamo riflettono sempre su di noi. La canzone è molto bella, con un violino interessante ed un ritmo latineggiante davvero niente male e secondo me viene fuori un gran bel pezzo con la parte in spagnolo cantata da Jarabe de Palo. Troviamo questa canzone anche alla fine del cd, versione tutta in italiano.
Sicuramente uno dei punti forti del cd è il secondo brano,
"La dimensione", un grande inno alla vita; bellissima la chitarra acustica e la musica in generale di questa canzone; il ritornello è davvero molto bello e fa proprio sentire l'amore per la vita.
Segue
"Prenditi un po' di te", che racconta di una donna schiava del proprio marito invitandola a non lasciarsi andare e a reagire. Anche a me nella musica all'inizio mi è sembrata un po' semplice, però poi riascoltandola varie volte ho capito che mi sbagliavo, anche perché comunque è in linea con il tema della canzone: il pianoforte all'inizio esprime un po' la situazione difficile.
Arriviamo a
"In questo silenzio", splendida, rock, veloce, con un ritornello bellissimo con le tastiere, grandissimo Massimo; la canzone racconta come nel silenzio ci sia un mondo infinito e a volte quindi serve un messaggio, un contatto.
A dir poco splendida
"Qui", una canzone d'amore diversa dalle solite italiane... un uomo che non è riuscito ad afferrare l'amore... una canzone che mi sembra una poesia. Musica eccezionale, con solo violino e pianoforte e Danilo che canta le strofe tutte d'un fiato.
"La vita è mia" è la seconda canzone cantata da Massimo che nel ritornello mette tanta grinta. E' un invito a reagire di fronte a questa società dove conta di più l'apparenza di come sei dentro. Anche qui una bella musica, perfetta la fusione del violino con la fisarmonica.
Ed eccoci al capolavoro (secondo me) del disco...
"Senza nome" è una canzone che mi mette i brividi. La musica è spettacolare, molto dura, con in evidenza la chitarra elettrica ed il pianoforte che ne accentuano la drammaticità, perché la canzone parla di un uomo in missione per aiutare molte persone a sopravvivere. Il finale lascia di stucco... straordinaria.
Molto bella anche
"Non so io ma tu", che parla dei sogni, cosa importantissima per gli uomini. Che Guevara diceva "un uomo senza sogni e senza utopie non è un uomo". La musica è bella, bel riff di chitarra all'inizio e la fisarmonica che si fa sentire nel ritornello e, come sempre, grandissimo Danilo.
Mi ha colpito anche
"Il ballo della sedia", un gran blues, con un bellissimo ritornello e i cori che calzano davvero a pennello. La canzone parla dei politici talmente attaccati alla loro sedia che per loro il mondo sembra tutto uguale.
"Il nulla" è suonata interamente al computer: bella atmosfera, in linea con il tema della canzone: una richiesta di aiuto da parte di una persona malata di mente.
Concludendo, è un disco davvero stupendo, (sempre secondo il mio punto di vista), che magari non venderà quanto merita, ma a noi e ai Nomadi importano relativamente queste cose, a noi basta il nostro mondo nomade, sempre contro...
SEMPRE NOMADI!!!!!!!!!

Marta

 

NOMADI 40 (2003) - aggiunta il 22 maggio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

Che dire... cosa c'è di meglio per festeggiare 40 anni di carriera di una splendida raccolta con le più belle canzoni della storia? La definirei una raccolta completa, perché più o meno ci sono le canzoni di tutti gli album fino al 2003, più due inediti.
Il primo cd parte benissimo:
"Noi non ci saremo" decisamente migliorata nella nuova versione molto rock, così come "Gordon", dove Cico e Danilo sono bravissimi ed anche "Tutto a posto".
"Gli aironi neri" è invece molto simile alle altre versioni, ma è sempre stupenda... e non poteva certo mancare.
E che dire di
"Il vento del Nord"? Decisamente migliore questa nuova versione, che fa sentire le tastiere di Beppe, perfetta cantata da Massimo e Danilo... straordinaria.
"L'uomo di Monaco", altra canzone davvero bella, (bravissimo Beppe con la fisarmonica), e con un testo molto impegnato.
Belle le versioni di
"Il fiore nero", (ottimo il violino di Sergio) e di "I miei anni", (molto rock), due canzoni del '77.
Ed eccoci ad un classico dei Nomadi,
"Un pugno di sabbia", una delle mie preferite, che non poteva mancare... bravissimo Cico anche qui.
Devo dire che sentire
"Per fare un uomo" mi ha fatto molto piacere, credevo che i Nomadi l'avessero dimenticata... e invece è qui. Anche qui un bell'arrangiamento con la fisarmonica.
Immancabile
"Canzone per un'amica", molto bella col violino e con anche Cico che canta; ottima la nuova versione di "Lontano".
Altro classico immancabile è
"Un giorno insieme", sempre molto bella.
Bellissima l'atmosfera di
"Il vecchio e il bambino", creata col violino; grandissimo Danilo.
"L'angelo caduto" è dell'anno precedente, ma in una nuova bella versione, con la chitarra di Cico; e ovviamente immancabile la mia preferita "Io vagabondo".
"Voglio ridere", molto simile al 73 ma anche la nuova versione è moto bella.
Il primo cd si chiude con
"E di notte", uno dei due inediti: bella musica, anche con le tastiere un po' particolari, un ritornello piacevole e Cico sempre bravo.
Il secondo cd comincia con l'altro inedito
"Io voglio vivere", una delle mie canzoni preferite di Nomadi: stupenda la musica col violino ed un testo altrettanto bello.
Immancabili
"La libertà di volare" e "La vita che seduce", le mie preferite di "Liberi di volare", del 2000, così come "Una storia da raccontare", la più bella del '98.
Eccezionale (direi la migliore) questa nuova versione di
"Auschwitz", ottima la chitarra di Cico e spettacolare la voce di Danilo sul finale; splendida anche "Naracauli".
Immancabile
"Sangue al cuore", grande successo dell'anno precedente, mentre per quanto riguarda "Le strade", la preferivo nella versione del live del 97 ma... niente da dire... sempre bellissima.
Ottima
"Nè gioia nè dolore": un ritmo bellissimo e poi Massimo la canta davvero bene; "Il nome che non hai" fa parte dell'album precedente.
Splendide
"Ho difeso il mio amore", col violino, e "Dio è morto", molto rock.
Ci voleva anche
"Ti lascio una parola (goodbye)", del '98, molto amata dal pubblico Nomade; e arriviamo a "Vivo forte", già bella di per sè, qui è spettacolare, con sonorità molto rock.
"Senza discutere" è una canzone del 75, e devo dire che sentire la voce di Augusto in "Come potete giudicar", versione '92, mi ha fatto un piacere immenso. (Chissà come sarebbe stato felice Ago di festeggiare i 40 anni...). Ha davvero un bel ritmo questa versione.
Bene, è sicuramente una raccolta perfetta e completa; solo due microscopiche note: primo: magari avrei messo "Amore che prendi amore che dai" al posto di "L'angelo caduto" e magari "Contro" al posto di, per esempio "Senza discutere"; secondo: mi sarebbe piaciuto ancora di più se i Nomadi avessero fatto un bel live, in onore dei 40 anni, ma rimane sempre un'ottima raccolta per chi ama la buona musica, quella VERA, quella che bisogna cercarsi.
E, come sempre:
SEMPRE NOMADI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Marta

 

GENTE COME NOI (1992) - aggiunta il 30 marzo 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

Questo è uno dei miei dischi preferiti dei Nomadi, e secondo me è anche uno degli album più "da Nomadi". La nuova formazione con Cico e Daniele ha sicuramente giovato al gruppo.
Si parte alla grande, con la mia canzone preferita,
Gli aironi neri, canzone bella in tutto, la musica, il testo... ottime le tastiere di Beppe e la chitarra di Cico. Canzone che posso mettere anche tra le più belle dei Nomadi.
Troviamo poi
Il serpente piumato, canzone bellissima in tutta la sua durezza, molto in linea col tema, quello della droga.
Ricordati di Chico è dedicata al mitico Chico Mendez, ecologista che si opponeva al disboscamento; ottimo il testo e un ritmo davvero niente male.
Dammi un bacio è forse la canzone meno forte del disco, ma anche questa va ascoltata. Bella poi in dialetto reggiano.
Arriva poi la splendida
C'è un re, altra canzone nomade, che racconta la storia di un re cinico che manda soldati a morire sentendosi sicurissimo col suo potere. A me questo re fa venire in mente un po' Bush, che ha (ingiustamente) inviato tutti quei poveri uomini a fare la guerra in Iraq.
Salutami le stelle sembra quasi (secondo il mio punto di vista) un addio scritto dal grande Augusto, (che infatti era molto legato a questa canzone) quasi volesse dire "me ne devo andare, salutatemi le stelle...", davvero commovente; belli sia il testo che la musica
Mi piace molto anche
Uno come noi, che racconta l'episodio di Piazza Tienanmen.
Secondo me
Ma noi no! è l'unica canzone di questo cd a livello di Gli aironi neri. Ritmo bellissimo con le tastiere, bella la chitarra e che testo... sicuramente una delle canzoni più "nomadi". Io il messaggio di questa canzone l'ho interpretato così: "ma noi no! Non facciamo come voi, siamo diversi da tutti, la nostra musica è fuori dai vostri schemi".
Ma che film la vita è davvero splendida, un ultimo saluto e ringraziamento alla vita scritto da Ago. Come sempre, un ottimo testo e bravissimo Cico.
Bella anche
Colpa della luna, con in evidenza le tastiere di Beppe, così come Cammina cammina; quest'ultima bella soprattutto ai concerti, con la "pausa caffè"!
Concludendo, è un album bellissimo, (il mio preferito del periodo con Augusto) pieno di spirito nomade, nessuna canzone qui è in secondo piano. Sebbene (sempre secondo il mio parere) non raggiunga l'assoluta perfezione di "Amore che prendi amore che dai", è sicuramente un ottimo punto di riferimento nell'intera discografia dei Nomadi.

Marta

PER QUANDO NOI NON CI SAREMO (1967) - aggiunta il 30 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

Anche secondo me i Nomadi iniziarono bene. E' un disco in sostanza buono, anche se il suono di quell'epoca è molto diverso da quello attuale. Vediamo le canzoni:
Per quando noi non ci saremo è un pezzo molto bello, con un bel testo, anche se non cantato, ma recitato.
Una delle mie canzoni preferite del disco (e anche di quell'epoca) è
Come potete giudicar, divenuta molto famosa nel repertorio dei Nomadi. Bello il suono, molto ritmato, ed anche il testo.
Oltre alla precedente, in questo cd ci sono altre cover, come
Quattro lire e noi (che si poteva evitare) e Ti voglio (bellissima canzone d'amore).
Un validissimo contributo a questo disco lo ha dato Guccini, con
Noi non ci saremo, canzone molto ritmata che fa pensare a un disastro nucleare, Il disgelo, Noi (belle anche queste), e le censurate Dio è morto e Per fare un uomo (anche in queste si fa sentire il beat dei '60). Vorrei dire qualcosa su queste due canzoni, che furono appunto censurate dalla rai, ma trasmesse da radio Vaticano: la prima fu criticata per il solo titolo del pezzo (oh, come non capivano niente quelli lì...) e la seconda per un fatto curioso: a qualcuno non andava giù che si dicesse: "per fare un uomo ci voglion vent'anni, per fare un bimbo un istante d'amore", ed era la parola "istante" che dava fastidio, perchè dicevano "troppa velocità, è un insulto alla sacralità della nascita" e quindi, per passare in rai i Nomadi dovettero (o meglio, accettarono) di cambiare con "un'ora d'amore" (io mi chiedo: ma cosa cambia???).
Delle restanti canzoni mi piace molto
Ma piano (per non svegliarmi) (molto bello l'intro di chitarra), mentre Spegni quella luce e Baradukà non sono molto entusiasmanti.
Con questo cd i Nomadi iniziarono il loro viaggio, già da subito bene e con il passare degli anni migliorarono il loro stile.

Marta

LE STRADE, GLI AMICI, IL CONCERTO (1997) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected] 

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

Due cd dal vivo stupendi! E' stato il 3° cd dei Nomadi che ho scoperto, quando avevo 11 anni.
Ci sono splendide canzoni del 96, come
Un'altra città (bellissimo l'inizio, con il popolo Nomade che si fa sentire), la mia preferita Nè gioia nè dolore, e Quando ci sarai. Del 95 troviamo le stupende Il vento del Nord (anche se la preferisco in "Nomadi 40") e Le strade, alla quale il pubblico si fa proprio sentire. E che dire di splendidi pezzi dei primi anni 90, come Gli aironi neri, (bellissima sia nella musica che nel testo), La settima onda, (canzone stupenda che parla di speranza), Salvador (bellissima), Vivo forte (uno splendido inno alla vita), Donna (bravissimo qui Beppe con la fisarmonica), Senza patria (straordinaria qui con i cori del pubblico), Il fiume (davvero bella con il sax), Uno come noi, e Ricordati di Chico (anche qui acquista molto la versione live)?
Non mancano però anche i classici dei Nomadi, come
Tutto a posto, Gordon (grande Cico!), la catastrofica Noi non ci saremo, Un pugno di sabbia, Ho difeso il mio amore, Come potete giudicar (davvero belle le nuove versioni rispetto a quelle che, prima di scoprire questo disco, ero abituata a sentire, quelle degli anni 60-70).
Da segnalare l'intervento dei Bagad Quinperle dalla Bretagna, che suona la cornamusa (strumento che io amo immensamente), che trasforma molto
Contro (bellissimo il testo "Nomade"), Bianchi e neri, canzone che parla di razzismo e C'e un re (altra straordinaria canzone Nomade, qui più bella anche perché più veloce rispetto all'originale).
Interviene anche Andrea Pozzoli, che suona l'arpa in
Il vecchio e il bambino (sempre fantastica...), Ophelia (bella versione) e la sorpresa Hasta siempre Comandante, canzone "nomade" che io amo particolarmente, dedicata al mitico Che Guevara.
I Celtas Cortos, invece, intervengono nel brano
20 de abril, cantato un po' in spagnolo e un po' in italiano; altra canzone bella.
Il trio finale è lo stesso che chiude tutti i concerti:
Canzone per un'amica (sempre bellissima), Dio è morto, e l'eterna Io vagabondo (la mia preferita dei Nomadi, sempre stupenda, e questa è anche la mia versione preferita, con il pubblico che canta e il grido finale "Sempre Nomadi!"); dopo però troviamo una bella Crescerai.
Come dici tu... nient'altro da dire, solo da ascoltare, perché è davvero un bellissimo live, e, come sempre:
SEMPRE NOMADI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Marta

CON ME O CONTRO DI ME (2006) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected] 

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

"Con me o contro di me" è senz'altro un ottimo album. E' il disco di Dove si va, la splendida canzone di Sanremo.
So benissimo che che nei sondaggi ha stravinto su "Corpo estraneo" e che anche secondo te è decisamente migliore del precedente e (ripeto) anche che la mia opinione conterà poco o niente, però è pur sempre un'opinione: secondo me è un bellissimo cd, ma non proprio perfetto.
Iniziamo appunto con
Dove si va, la mia canzone preferita del disco, quella (giustamente) arrivata in finale a Sanremo (Ma come ha fatto a non vincere, mi chiedo, contro un'assurda canzone di Povia??? I casi della vita...). Comunque, secondo me è una delle più belle canzoni dei Nomadi, con un testo bellissimo (alla Nomadi), anche se fa piangere perché parla di guerra, un ritornello stupendo e il violino di Sergio che calza a pennello.
Troviamo poi
Occhi aperti, con l'intervento del jazzista Paolo Fresu; mi piacciono soprattutto il testo e il ritornello ma non molto le strofe (perché a me non piace il sax). Comunque è un buon pezzo, anche se non fortissimo.
Al contrario
Non è un sogno è una delle più belle dell'album, con un intro di Beppe fantastico, un altro bel testo Nomade e Massimo sempre grintoso.
Con me o contro di me è un'altra canzone meravigliosa, con un'atmosfera bellissima: parte in modo "soft" e poi sfocia in un rock bellissimo (grandissimo Cico, insuperabile Danilo); sempre stupendo il testo.
Anche
Ancora non so è molto bella, soprattutto per le tastiere di Beppe sul finale.
Status symbol è una bellissima canzone veloce, rock, cantata molto bene da Massimo; anche a me piace il soggetto maschile del pezzo.
A questo punto vi chiederete: "Ma come mai hai dato 4 stelle???" Adesso vedrete...
Ci vuole distanza è un brano che proprio non ho capito. La musica è così anonima (sempre secondo il mio punto di vista), poi con il sax (aiuto!!)... Secondo me è una delle canzoni più brutte dei Nomadi (non si offendano, per carità). E poi è una canzone d'amore ma che c'entra l'amore con la distanza? Non la capirò mai...
Bella invece
L'aviatore con un bel testo futuristico ed un finale "magico" che lascia senza fiato...
Ricomincia così è la classica canzone Nomade carica di ottimismo (come piace a me!!); splendido il testo, come la musica, con un Cico sempre presente.
Chiudiamo con
L'ultima salita, dedicata a Marco Pantani; anche qui troviamo un testo sempre stupendo (quanto sono bravi i Nomadi nei testi...) ed un ritornello altrettanto bello; bravissimo Cico sia all'inizio che alla fine.
Bene, concludendo, è sicuramente un bellissimo cd, benché (sempre secondo me) c'è qualcosa che non lo rende perfetto (tipo le due canzoni col jazzista) però rimane sempre l'album di Dove si va, la pluripremiata di Sanremo, e questo va sicuramente reso degno di nota.

Marta

 

Nota: Su Povia non sei l'unica che si chiede come abbia fatto a vincere. In Italia, alcuni meccanismi, sono molto oscuri. Che io sappia, per esempio (potrei sbagliarmi...), non è stata mai pubblicata la tabella con i televoti effettivi. Che Lucarelli ci regali una puntata sui Misteri Italiani dedicata al Piccione di Povia...

 

Guido

 

ALBUM CONCERTO (1979) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Alessandro Medaina da *** Email: ***

Valutazione personale (da 1 a 5): -

Recensione:

Album Concerto è il lavoro che, dal punto di vista discografico, troncò il rapporto Nomadi - Guccini.
È, certamente, un album molto di parte, prevale la voce di Guccini e tutte le canzoni inserite sono opera sua, mentre non ce ne sono di appartenenti solamente al repertorio dei Nomadi.
L’idea di fare un album insieme nacque perché sia i Nomadi che Guccini avevano intenzione di riproporre al pubblico le canzoni con cui erano partiti più di dieci anni prima e dalle quali derivava il loro successo; quelle canzoni, infatti, avevano reso popolari i Nomadi e avevano portato il successo anche a Guccini, che probabilmente non lo avrebbe mai ottenuto se si fosse limitato ad eseguirle lui, con una chitarra e un’armonica.

L’album può essere considerato, da un certo punto di vista, molto mediocre; in realtà non è così, perché gli arrangiamenti che noi oggi conosciamo di Dio è morto, Canzone per un’amica, Noi non ci saremo, quelli sentiti per anni ai concerti, fino a nuove modifiche, vennero fatti proprio nell’ambito di Album Concerto. Difficile, forse, crederlo, ma fino all’anno precedente i Nomadi utilizzavano ancora durante i concerti gli stessi arrangiamenti degli anni sessanta.

Vediamo ora una per una le canzoni:
Canzone per un’amica ha un arrangiamento piuttosto lento, che però non durò, e presto i Nomadi lo cambiarono con quello che possiamo sentire in Nomadi in concerto del 1987; L’Atomica cinese non era una canzone appartenente al repertorio nomade, ma che è piuttosto trainante e che ancora oggi viene proposta dal gruppo; Noi non ci saremo fu ben arrangiata, anche se vi prevale la voce di Guccini, e migliorò con il tempo (sentire la versione di Nomadi in concerto); Per fare un uomo è abbastanza ben spartita fra i due cantanti. Primavera di Praga e Dio è morto hanno degli arrangiamenti buoni, ma sono rese noiose dal fatto che a cantarle sia solo Guccini, la cui voce non è certamente apprezzata da tutti; e a questo proposito, rimane indimenticabile la Primavera di Praga del 1992, cantata solo da Augusto e certamente migliore; Auschwitz, di ottimo arrangiamento (a mio dire uno dei migliori, dopo quello di Nomadi40) è una canzone che, sebbene suonata dopo così tanto tempo da quando fu scritta, è diventata certamente uno dei cavalli di battaglia dei Nomadi; Noi è una canzone che, a quanto si può sentire, piaceva ad Augusto; Statale 17, infine, dai ritmi blues, è una canzone che si sarebbe potuto certamente evitare.
In sintesi Album Concerto non è granché preso singolarmente, ma su larga scala è uno dei punti chiave dell’intera discografia dei Nomadi.

Alessandro Medaina

 

Nota: Grazie mille per tutte le informazioni interessantissime aggiunte nella recensione. Ne aspetto altre!

 

Guido

 

CORPO ESTRANEO (2004) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

Ed ecco un altro disco tra i più belli dei Nomadi, un cd duro, elettrico. Mi piace soprattutto perché parla di un solo tema visto da più angolazioni: la guerra.
E ciò si può ben intuire sentendo la splendida
L'ordine dall'alto: è una canzone hard rock cantata molto bene da Max, dove ci sono gli eserciti e i nemici, le piogge d'argento e il vento pungente.
Anche il singolo
Oriente parla di guerra, quella intorno a noi. Gran canzone con una struttura ritmica bellissima ed un ritornello potente.
Essere o non essere (altro bel pezzo rock) e In piedi (a mio parere la canzone più bella del disco, soprattutto per il testo) esprimono invece la guerra con sé stessi, come del resto la bella Stella cieca, solo che qui il soggetto è una ragazza.
Confesso: altra canzone bella, anche se lenta, ed anche questa parla in un certo senso un po' della guerra legata all'amore, come l'altro bellissimo pezzo rock La voce dell'amore.
Corpo estraneo, altra stupenda canzone elettrica, con un intro fantastico e un Cico sempre più bravo, esprime la guerra vera, dove al di là del muro c'è un destino sconosciuto, ma bisogna stare all'erta perché arriva il corpo estraneo. A me questa canzone fa venire in mente il muro di Berlino.
Stringi i pugni è una di quelle canzoni dei Nomadi che mi piacciono già dal titolo, cariche di ottimismo, ed anche qui troviamo il concetto di guerra, sia con sé stessi che con quello che succede intorno a noi.
Anche
Vulcani esprime sempre la guerra intorno a noi ed è, secondo me, l'unica canzone del disco che tiene testa a In piedi (anche se qui sono tutte belle), con l'insuperabile violino di Sergio.
Infine
Soldato si capisce già dal titolo che parla di guerra, ed anche qui troviamo il violino di Sergio che si fonde perfettamente con la chitarra di Cico e il pianoforte di Beppe.
E' un disco davvero stupendo, che se la gioca proprio con "Liberi di volare", ma non posso dire qual è più bello: sono completamente diversi, come temi trattati e sonorità: mentre "Liberi di volare" aveva canzoni per lo più lente, per esprimere l'ottimismo e la forza di andare avanti, qui troviamo soprattutto il rock duro, che dà l'idea della guerra.

Marta

AMORE CHE PRENDI AMORE CHE DAI (2002) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5): (meriterebbe 6 ma non si può dare + di 5...)

Recensione:

Ed ecco che vi presento il cd più bello dei Nomadi: un capolavoro, il disco perfetto, insuperabile. Non mi stupisco, infatti, che sia arrivato primo in classifica delle vendite (finalmente, i Nomadi se lo meritavano...).
L'apripista, il singolo
Sangue al cuore è secondo me la canzone più bella del disco: rock, dura, con un Cico superpresente... davvero bellissima.
Anche il brano seguente
Amore che prendi amore che dai è meraviglioso, con un testo bellissimo ed il riff di Cico molto piacevole.
L'angelo caduto è la canzone più debole del cd, ma solo per la musica, perché ha un tema molto toccante e delicato: la pedofilia e la violenza sui più deboli.
Il re è nudo è la classica canzone Nomade, come piace a me, contro Bush e lo scudo spaziale.
Trovare Dio ha un'atmosfera magica ed un testo profondissimo. Se poi aggiungiamo la voce di Danilo... Spettacolare...
Sospesi tra terra e cielo: altra canzone bella (oh, ma questo cd non ha un difetto!!), con May che canta in inglese e con il motto dei Nomadi "non ci arrenderemo mai..."
Max, oltre a Amore che prendi amore che dai, canta anche
Il circo è acceso, bellissima canzone rock dalla musica un po' particolare.
L'arte degli amanti è invece tanto lenta quanto bella, la più bella canzone d'amore dei Nomadi, con un violino splendido ed un testo altrettanto meraviglioso.
Come un fiume: l'altra canzone Nomade: bellissima anche questa, veloce, dal forte sapore sudamericano. Perfetto l'inserimento della tromba.
Il nome che non hai è un'altra splendida canzone d'amore ed anche qui troviamo May che canta la seconda strofa in inglese.
Non saprei cosa aggiungere... è un cd (lo ripeto) perfetto: ovviamente sempre secondo il punto di vista di una sedicenne che magari non ne capisce niente di musica... ma, comunque sia:
abbasso la musica commerciale, sempre controcorrente, SEMPRE NOMADI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Marta

 

Nota: Magari tutti i sedicenni la pensassero come te sulla musica...

 

Guido

LIBERI DI VOLARE (2000) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

Ed ecco uno dei dischi più belli dei Nomadi (sempre a mio parere, visto che tu qui non la pensi affatto come me), che invita a guardare avanti con ottimismo, ad essere appunto liberi di volare.
Iniziamo con
Stop the world, una bella canzone con un messaggio ben chiaro: fermate il mondo, vogliamo tornare a giocare, lontano da guerre e violenze.
Dove sei è una bellissima canzone d'amore con un intro fantastico.
Il singolo
La vita che seduce è la canzone più rock, più veloce e più bella del disco, con tre splendide chitarre elettriche e la tastiera di Beppe sul finale davvero bellissima.
La libertà di volare gli tiene bene testa ed è più lenta, ma stupenda, con un testo molto ottimista.
Altra canzone ottimista è
Certo che puoi, un invito a lottare chiedendo aiuto: è possibile sempre ricominciare.
Se non ho te è (sempre secondo me) la più bella canzone d'amore dei Nomadi dopo L'arte degli amanti: un testo davvero commovente su una base di violino. Chissà perché a te non piace... comunque rassegnati (senza offesa): ai concerti la fanno spesso!!
Tu combatterai è l'altro pezzo rock del disco, cantato molto bene da Massimo; un altro invito a lottare.
Stella d'oriente è un'altra canzone lenta, ma con una musica ed un testo bellissimi e commoventi .
La rosa del deserto: altra canzone bella, con musica e testo profondi. (perché tu hai scritto no comment?!)
Salve sono la giustizia ha un testo bellissimo che parla di giustizia ed una musica particolare ma bella e veloce.
Chissà perché la pensiamo in maniera totalmente diversa su quest'album. Non voglio assolutamente criticare la tua opinione (primo: non sei un critico ma penso tu sia molto più esperto di musica di me e secondo: ognuno ha i suoi gusti) anche se... boh... secondo me sono canzoni bellissime... soprattutto nel testo... e sono così amate dal pubblico Nomade... Vabbè, lo ripeto: ognuno vede le cose secondo il proprio punto di vista ed è giusto rispettare le opinioni altrui.
Ancora sempre Nomadi.

Marta

Nota: Menomale che non la pensiamo tutti alla stessa maniera, altrimenti la musica sarebbe davvero monotona. Ciò che non amo in questo album, comunque, è la retorica all'eccesso e (perdonami, è un parere personalissimo) la dozzinalità dei testi... :-)

Detto questo, ne approfitto per farti i complimenti per le tue recensioni, che vanno ad arricchire la descrizione dei vari album. Grazie e continua così!

 

Guido

QUANDO CI SARAI (1996) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

 

Si inizia con Mamma musica, non certo una grandissima canzone, ma non brutta, con un testo piacevole.
Quando ci sarai, il singolo, è invece uno dei punti di forza del disco: una stupenda canzone che parla di un figlio verrà al mondo.
Splendida anche L'eredità, che ci ricorda un po' Ago.
Anche Un'altra città tiene benissimo testa alle precedenti due. Gran canzone con un Cico che si fa proprio sentire, e con testo altrettanto bello, che parla del degrado delle metropoli.
Il mattino dopo è una bella canzone d'amore cantata da Francesco.
Né gioia né dolore è, secondo me, la canzone più bella del disco, molto rock, con un bellissimo ritmo; parla dell'indifferenza, sentimento che ci impedisce di vivere le nostre emozioni.
Bella anche Johnny, cantata da Danilo, che racconta la difficile vita di questo personaggio.
Nei miei sogni è la canzone meno bella del cd (non dico "più brutta", perché in questo disco tutte le canzoni sono, secondo me, da ascoltare), mentre Canzone per i desaparecidos è una delle più belle: splendide parole che ricordano le vittime scomparse sotto il regime di Pinochet.
Stupenda anche La coerenza, scritta in prima persona.
E' davvero un bel cd, anche se non perfetto, che affronta tematiche molto interessanti: dall'amore al modo di vivere, dalle nostre città alla musica. 
Sempre e solo Nomadi.

 

Marta

LUNGO LE VIE DEL VENTO (1995) - aggiunta il 14 gennaio 2009

Autore della recensione: Marta da prov. Como Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

 

A mio parere è davvero un bel cd, ricco di splendide canzoni.
Basta già l'apripista, la bellissima
Ricordarti, dedicata al grande Ago, per dare l'idea.
Segue
Il vento del Nord, il singolo, la canzone a mio parere più bella del cd, con uno splendido riff di Cico e le tastiere di Beppe. Perfetta anche cantata dalla coppia Francesco-Danilo.
Anche
Le strade tiene testa alle prime due canzoni: meraviglioso il riff di Beppe e testo altrettanto bello: si parla del degrado ambientale.
Va (la mia vita va) è invece meno bella per quanto riguarda la musica (forse perché più lenta) ma con un bel testo.
Il tavolino è la canzone più debole del cd, un po' noiosa.
Arriva poi la splendida
Là dove stanno gli dei: bella, veloce, con un ritornello che lascia senza fiato.
Il saggio è una delle canzoni meno forti del disco, ma è senz'altro più bella di il tavolino, con l'armonica dal suono piacevole.
Il viaggiatore invece è certamente una bella canzone, con un altro stupendo riff di Cico e cantata a coppia.
Tu puoi è una delle canzoni più belle del disco, cantata molto bene da Danilo.
Lungo le vie del vento è una bella canzone corale.

Marta

 

 

CON ME O CONTRO DI ME (2006) - aggiunta l'11 giugno 2008

Autore della recensione: Stefania C. da MI Email: [email protected]

Valutazione personale (da 1 a 5):

Recensione:

 

Non c'è una canzone "preferita" in questo album. Mi piacciono tutte...dalla prima all'ultima! Quando ho sentito per la 1a volta Dove si va al Festival di Sanremo sono rimasta folgorata. Potrei dire che è la più rappresentativa del disco, ma tutte sono belle. In particolare L'ultima salita è carica di emozione e magia, e non solo perché è dedicata a Pantani. Bellissima anche L'aviatore...

Non so se come dici tu sarebbe andata diversamente se a Sanremo avessero presentato Con me o contro di me - forse preferisco Dove si va - ma è certo che questa canzone mi emoziona davvero tanto ogni volta che la sento! La voce di Danilo è da brividi...

Se la cava niente male anche Max, anche se io una canzone in più gliela farei cantare...

L'album è bellissimo, e oltre alle canzoni che ho citato tutte le altre sono fantastiche, con il solito mitico spirito NOMADE!

SEMPRE E SOLO NOMADI!!!

 

Steffy_89

 

 

ORCHESTRA (2007) - aggiunta il 30 novembre 2007

Autore della recensione: Michele   Email: --

Valutazione personale (da 1 a 5): e 1/2

Recensione:

 

Come ormai da tradizione negli anni terminanti con il sette, i Nomadi pubblicano un album live. La loro ultima fatica, “Orchestra” rappresenta - per quel che ne so - un progetto unico nella storia della musica leggera italiana; credo che mai nessuno si sia fatto affiancare da un’orchestra così numerosa e qualificata per realizzare un’antologia musicale di questo tipo.

I due cd contengono 2 brani inediti registrati in studio e 34 successi in versione dal vivo. Il mio giudizio sulle canzoni nuove è assolutamente positivo. Il primo degli inediti, “Ci vuole un senso”, è il singolo destinato a lanciare il disco, trasmesso nelle radio da settembre. Al primo ascolto, questa canzone potrebbe sembrare scontata e banale, ma per me non è affatto così: il testo parla di un valore molto importante, merce sempre più rara nel mondo contemporaneo, ossia il mettere passione nelle nostre attività quotidiane, in quello che facciamo. Questo brano mi fa pensare a tutte le persone che si alzano al mattino già con il dente avvelenato, piene di stress e apprensione al solo pensiero di dover sopravvivere a un’altra giornata in ufficio... E a quelle che sono felici di quello che fanno, che mettono cuore e passione nel proprio lavoro. “Ci vuole un senso” significa essere consapevoli che la nostra energia creativa può veramente cambiare le cose e lasciare un segno in questa realtà. E’ un pezzo carico di ottimismo, che invita a vedere il mondo come fonte inesauribile di opportunità e non di minacce; credo che sia un brano commerciale solo all’apparenza... basta scavare un po’ e si trova un messaggio importante, profondamente Nomade. La musica è buona, con in evidenza il violino di Sergio e la grinta di Danilo; mi piace soprattutto il ritornello. Al primo ascolto di “La mia terra” sono stato felice di avere un nuovo inedito a due voci, cosa che non accadeva dal 1998. Massimo e Danilo interpretano un pezzo davvero di grande spessore e atmosfera, la storia di un immigrato appena sbarcato in un nuovo paese, che ripensa al suo luogo d’origine e in questo pensiero cerca la forza e le motivazioni per ricominciare tutto da capo. Come sempre le chiavi interpretative sono molte: infatti, si può anche pensare che “La mia terra” parli di qualsiasi cambiamento o transizione difficile nella vita delle persone. Il pianoforte di Beppe crea un motivo breve e suggestivo, le due voci, così profondamente diverse, si intrecciano nel finale. Insomma, un brano di alto livello.

Per quanto riguarda le canzoni live, ho opinioni contrastanti: parto con le cose positive. Molti brani acquistano nuove sonorità, e si trasformano in modo interessante grazie a strumenti particolari. La “potenza” musicale espressa da quasi cento musicisti si sente subito in “In piedi”, che secondo me qui è migliore rispetto all’originale, grazie anche all’intervento dei cori. Si continua ad alti livelli: “La vita che seduce”, brano che amo particolarmente, acquista nuove sfumature, così come “Non è un sogno”. “Sangue al cuore” è abbastanza rivoluzionata nell’arrangiamento, è una canzone sostanzialmente diversa da quella del 2002, perde in grinta e aggressività ma guadagna un sound davvero particolare, che mi ha sorpreso. Fino alla traccia 11, tutto è davvero molto bello: spiccano in particolare “Con me o contro di me”, canzone che reputo strepitosa, e “Trovare Dio”. Qui Danilo, come si dice, è da pelle d’oca... ma non è al massimo delle sue potenzialità, e basta ascoltare la versione tratta dal concerto di Modena del 30 luglio 2003 (presente nel dvd di “Nomadi40”) per rendersene conto. “Io voglio vivere”, invece, non mi piace molto, probabilmente perché l’ho ascoltata troppe volte. Nell’ultima parte del primo cd c’è una versione interessante di “Ophelia”, e quello che reputo il capolavoro assoluto di questo progetto, ossia “La collina”. Si parte con le tastiere di Beppe, a cui si aggiungono delle “ondate” di violini che si ripetono al centro e alla fine e sono davvero suggestive. La voce di Danilo interpreta con sensibilità e nel finale esplode in tutta la sua potenza, la chitarra di Cico si amalgama alla perfezione con le note dei musicisti. La canzone è già bella di per sè, qui raggiunge livelli stratosferici, un’emozione continua.

Il secondo cd si apre con “Il destino”, una chicca che i Nomadi hanno ripescato dall’album “Gordon” e riarrangiato nel 2004. Dopo “Una storia da raccontare”, poco diversa dall’originale, c’è “Un pugno di sabbia”; mi rendo conto che questo pezzo non possa mancare in un contesto del genere, perché è un successo storico che tutti conoscono, però ormai mi ha stancato, non mi comunica più niente. Dopo poco spicca “Asia”, altra canzone che va a nozze con l’Omnia. Sono in evidenza sia il basso elettrico di Massimo che la batteria di Daniele; mi piace molto anche quel suono di fiato (non so se sia un basso tuba, un trombone o qualcos’altro, sono ignorante in materia) che si sente durante l’assolo di Daniele a metà brano. Comunque un brano e un’interpretazione magistrali. “La libertà di volare” acquista molto dal vivo rispetto alla versione in studio, mentre “Auschwitz” non mi piace molto, la preferivo di gran lunga come era arrangiata in “Nomadi40” e nei concerti fino al 2005, con nel finale tutta la potenza della voce di Danilo. Promosse a pieni voti “Ho difeso il mio amore” e “Jenny”, che ho rivalutato alla grande; davvero magica la parte dell’assolo di violino di Sergio, accompagnato dall’orchestra. Gran finale con le tre canzoni immortali di sempre, che non potevano davvero mancare!

Che dire, davvero un progetto ammirevole, una pietra miliare nella storia dei Nomadi.

Presto mi piacerebbe anche ascoltare un altro live, che rispecchi più da vicino i concerti e gli strumenti dei 6 Nomadi, che dia più spazio ai cori del Popolo Nomade (qui purtroppo molto deboli) e che includa anche altri brani... Infatti per me il difetto di Nomadi e Omnia Symphony Orchestra (a parte quello di avere un titolo troppo lungo!!) è proprio la scelta della scaletta. So che è impossibile accontentare tutti, però dico lo stesso la mia... Secondo me ci sono troppe canzoni degli ultimi album (5 di Con me o contro di me, 4 di Corpo estraneo, ecc.), e c’è un “buco” di ben 17 anni, da Jenny a Una storia da raccontare! Se fossi un coach, opererei qualche sostituzione mirata: “Contro” per “L’ultima salita” (in cui l’orchestra, secondo me, aggiunge poco), “Ma che film la vita” per “Oriente” (idem), “Il pilota di Hiroshima” per “Se non ho te”, “Rotolando va” per “Confesso” e una canzone reinterpretata per l’occasione da Max (come vedreste la sua voce graffiante ne “Il serpente piumato?”) al posto di “Stella cieca”, che abbiamo ormai ascoltato molte volte... Poi, anche se sarebbe un suicidio dal punto di vista commerciale, toglierei “Un pugno di sabbia” e inserirei una “chicca” presa dal repertorio sconfinato dei Nomadi, come “I ragazzi dell’olivo”, “Babilonia” o “Non dimenticarti di me”.

Nel complesso, tuttavia, i pregi di questo disco spazzano via ogni perplessità. Grazie Nomadi per averci regalato questo nuovo capolavoro.

Michele

 

Nota: Perfettamente d'accordo con te con l'analisi finale. Bella recensione, grazie!

 

Guido