CANZONI NEL VENTO - Live 1987-1989 (2011)
Titolo:
Canzoni nel Vento
Anno: 2011
Casa discografica: Warner
Tipo: Live
Valutazione personale (da
1 a 5):
I Nomadi:
Augusto Daolio
-
Voce
Beppe Carletti -
Tastiere
Gian Paolo Lancellotti -
Batteria
Christopher Patrick Dennis -
Chitarre e violino
Dante Pergreffi -
Basso
Le canzoni:
- Il fiore nero (Gionata - Rossi)
- Riverisco (Gionata - Rossi)
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Tu che farai
(Carletti - Dennis)
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Il seme
(Carletti - Dennis)
-
La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)
(Guccini)
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Aiutala
(Carletti - Dennis)
- Il paese delle favole (Rossi - Carletti - Rossi)
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Sera bolognese
(Ceccarelli - Dallari)
-
I tre miti
(Ceccarelli - Dallari)
-
Gordon
(Carletti - Rossi)
- Costa dell'est (Mazzei)
-
Ho difeso il mio amore
(Pace - Hayward)
-
Io vagabondo
(Salerno - Dattoli)
Recensione: È sempre bello, bellissimo, avere la possibilità di riascoltare la voce di Augusto in qualcosa di nuovo. Certo, con questo disco non possiamo parlare propriamente di "nuovo", ma alcune canzoni presenti in questo album non erano mai state incise dal vivo con la voce di Augusto, e ritrovarsele finalmente incise è sicuramente una grande gioia per qualsiasi fan del gruppo. Augusto... e la sua voce; anche nel riascoltare brani più volte registrati, come "Ho difeso il mio amore", "Auschwitz", in una nuova versione con la voce del grande Augusto suscita emozione. Non posso far altro, quindi, che promuovere a pieni voti questo live, che raccoglie alcune versioni dal vivo registrate a cavallo tra gli anni '87-'89. Stiamo parlando dell'ultimo periodo della storica formazione con Gian Paolo e Chris. Stiamo parlando della storia dei Nomadi.
Il disco si apre subito con la voce di Augusto che annuncia: "Il fiore nero". Parte una versione che reputo addirittura più fresca e giovanile rispetto a quella attuale. Ottima la parte ritmica, e con un Augusto come al solito scherzoso e divertente. La canzone si chiude, infatti, con un "...chi lo dice che Jimmy è nero...".
Segue una chitarra che annuncia gli accordi di "Riverisco". Augusto legge uno dei tanti bigliettini presenti sul palco, il pubblico accompagna gli accordi della chitarra. Ecco che comincia la canzone, e la voce di Augusto ci fa inevitabilmente fare un tuffo nel passato, pieno di malinconia. Sull'inciso, che in questa canzone è un riff di tastiera, Ago fischietta il motivo. La canzone scorre via, accompagnata soltanto dalla chitarra di Chris e dalle tastiere di Beppe nel ritornello, fino al finale dove subentrano rispettivamente Gian Paolo e Dante. Che dire... con questa versione ho riscoperto il piacere di ascoltare questo pezzo breve e divertente.
Arriva un brano molto più impegnativo: "Tu che farai". La canzone si apre con il riff della doppia tastiera, rafforzato poi dalla chitarra elettrica. La canzone non differisce di molto rispetto all'originale incisa su "Ancora Nomadi", se non fosse per la parte finale: su "Quando la Falce verrà...", Augusto enfatizza e rallenta il testo, scandendo bene le parole, accompagnato soltanto dalla batteria di Gian Paolo, fino al fatidico... "Tu che farai...". Versione splendida.
Segue immediatamente "Il Seme". Trionfa la tastiera di Beppe, accompagnata dalla chitarra elettrica di Chris. Interviene poi la voce possente di Augusto. La versione è molto simile all'originale, probabilmente per il fatto che il live si riferisce esattamente al periodo di uscita del disco.
Ecco che arriva un grande classico, anzi, come dice lo stesso Augusto, una canzone "inossidabile, che ha la tempra dell'acciaio". Stiamo parlando di "La canzone del bambino nel Vento (Auschwitz)". La chitarra di Chris va ad aprire il pezzo, accompagnata dalle "campane" della batteria di Gian Paolo. Sulla seconda strofa si aggiungono le tastiere di Beppe. Immancabile, ovviamente, il coro del pubblico. Subentra così anche il basso di Dante. La canzone scorre via emozionante, fino alla chiusura dove tornano i rintocchi delle campane di Lancellotti.
La sesta canzone è una piacevole sorpresa: finalmente troviamo la versione dal vivo di "Aiutala", una canzone che vedrei benissimo inserita nella scaletta attuale. La versione è più veloce e frizzante rispetto all'originale che troviamo in "Quando viene sera", e si chiude con una richiesta d'aiuto dello stesso Augusto: "Aiuto! Non c'è da bere sul palco...".
Mentre Augusto si candida alla Presidenza della Repubblica di Busseto (Capitale d'Italia, annuncia lo stesso Augusto), ecco che arriva "Il Paese delle Favole". Questa versione è meravigliosa... le tastiere spiazzanti di Beppe, il cantato/recitato veloce di Augusto, il culmine nel ritornello strumentale, con il grido di Augusto e il "la... la... la..." quasi lirico. Alla fine della canzone, Augusto "condanna" l'uso delle transenne a un concerto dei Nomadi, e ci regala un altro sorriso quando chiude: "Han paura che ci spogliate, che ci violentiate. Questa è una paura che io non ho, anzi... se fosse per me...".
È la volta della bella "Sera Bolognese". Il pubblico si fa sentire sempre in apertura di ritornello, con il "Sera...". Splendida interpretazione di Augusto, con vocalizzi nel finale. Piccola perla.
Ecco "I Tre Miti" per "...gli amici di Spezzano". Belle le tastiere di Beppe durante le strofe. Bella la chiusura strumentale, dopo l'augurio dell'Euro dal volto umano...
Arriva un grande classico dei live dei Nomadi: "Gordon". Un grande Augusto, un grande Chris, un grande Gian Paolo, un grande Dante... bellissima la parte ritmica. Si chiude con il fischio di Augusto. Versione splendida per una canzone che dal vivo rende sempre al massimo.
La chitarra elettrica di Chris apre una veloce "Costa dell'Est". La canzone è sempre bella. Augusto la interpreta alla perfezione, con un Dennis che interviene spesso e volentieri con l'elettrica, ricordandoci come suona la chitarra un violinista irlandese.
La penultima canzone è la sempreverde "Ho difeso il mio amore". Gli applausi accolgono la voce di Augusto che, come sempre, nel ritornello raggiunge note altissime. Sfido chiunque a cantare questa canzone in questa tonalità: eccezionale. La parte strumentale nel mezzo è splendida, tra i rintocchi di Gian Paolo e il gran basso di Dante. La canzone si chiude come al solito con il duetto Augusto-Pubblico sul ritornello. Bellissima.
La chiusura del live è affidata come sempre all'eterna "Io Vagabondo". 3 minuti e 31 secondi in tutto: ecco come tornare ad amare questo grande classico della musica italiana.
Ci voleva. Questo live ha un unico difetto: è troppo breve. Un bel doppio live, un altro, dopo il bellissimo "Nomadi in Concerto" del 1987, avrebbe reso ancor più felici i tanti, tantissimi fans che, come me, amano ancora oggi quei Nomadi, quelli di Augusto, quelli della voce eterna di Daolio. No, non può essere dimenticato uno come Augusto, e mai lo sarà. Riascoltarlo in queste nuove versioni mi ha emozionato. Riascoltarlo in questo disco mi ha fatto riscoprire quanto sia bello circondarsi di musica vera, semplice e diretta, in un periodo - oggi - in cui la musica è votata all'apparenza, così come la società stessa e la politica che dovrebbe occuparsene. Un disco di musica vera, quindi, dalla fattura artigianale, come un tempo.
Questo live, in definitiva, è una fresca boccata d'aria...
Grazie Augusto.
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