RACCONTIRACCOLTI (2010)

Titolo: RaccontiRaccolti

Anno: 2010

Casa discografica: Warner

Tipo: Cover di altri artisti italiani

Valutazione personale (da 1 a 5): 

 

I Nomadi:

Beppe Carletti - Tastiere
Cico Falzone
- Chitarre
Daniele Campani
- Batteria
Danilo Kakuen Sacco
- Voce e Chitarra
Massimo Vecchi
- Basso e Voce
Sergio Reggioli
- Violino, Percussioni e Voce

 

 

 

 

 

 

 

 

Le canzoni:

 

- Hey Man (Zucchero/Zucchero/G. Paoli)
- L'Isola che non c'è
(E. Bennato/E. Bennato)
- Monna Lisa (I. Graziani/I. Graziani)
- La Leva Calcistica della Classe '68
(F. De Gregori/F. De Gregori)
- Piero e Cinzia medley con REDEMPTION SONG (A. Venditti/A. Venditti - B. Marley/B. Marley)
- Prima del temporale
(L. Schiavone/E. Ruggeri)
- Stranamore (Pure questo è amore)
(R. Vecchioni/R. Vecchioni)
- Il giorno di dolore che uno ha
(L. Ligabue/L. Ligabue)
- Autogrill
(F. Guccini/F. Guccini)
- Chi mi aiuterà
(B. Holland (ca)/L.H. Herbert (ca)/E. Holland (ca)/Ricky Gianco (SubAutore))
- Vent'anni
(G. Savio/E. Polito/G. Bigazzi)
- Due Re senza Corona
(Mei/Carletti/Cerquetti/Vecchi)

 

Recensione: Alla notizia di un album di cover, non nego la mia delusione, laddove mi aspettavo certamente un disco di inediti. In un primo momento, poi, non mi esaltò neanche la scelta delle canzoni da inserire nel disco. Ma fu proprio questa scelta a iniziare un processo di avvicinamento a un disco di cover che, inizialmente, mai avrei pensato di amare davvero. Sì, la scelta delle canzoni.

Se in un primo momento, infatti, avrei preferito pezzi molto più popolari, subito dopo mi sono accorto che quella scelta sarebbe stata sbagliata. Ma queste erano comunque supposizioni personali prima dell'uscita del disco. Non dimentichiamoci, poi, che questo album è un disco di fine contratto, e visti alcuni illustri precedenti di altri artisti, questo lavoro conclusivo dei Nomadi con la casa discografia (la Warner), si dimostra un gran bel congedo prima di spiccare il volo con la scelta dell'indipendenza discografica.

E arrivò quindi il giorno dell'uscita di "RaccontiRaccolti" (acquistato il giorno stesso dell'uscita, nei miei primi giorni a Modena). Il primo ascolto fu in macchina, in un viaggio verso Milano. Il primo ascolto è importante, importantissimo, e "RaccontiRaccolti" lo superò egregiamente. Mi colpirono subito le canzoni di Venditti, Ruggeri, Vecchioni, Graziani e dei Ribelli. Ma andiamo con ordine...

Il disco si apre con "Hey Man" di Zucchero. La canzone era già stata sentita e risentita nei vari passaggi in radio e sul web. Anche in questo album (nonostante si tratta di una raccolta di cover) il singolo non è di certo il miglior pezzo. La canzone è comunque bella, l'arrangiamento buono, ma a mio parere assistiamo a una piccola nota stonata: troviamo, infatti, uno dei pochi (pochissimi, per fortuna...) passaggi in cui Danilo canta in falsetto. Quel "compagnia" cantato così non mi piace per niente. Bello, però, il finale con Zucchero che accompagna i Nomadi con la parte in inglese.

Arriva poi "L'isola che non c'è". Direi che sulla canzone c'è poco da dire: un pezzo molto conosciuto e molto amato, un po' da tutti. Troviamo una splendida interpretazione di Danilo, che rende omaggio a una canzone già bella di per sé, che anche nel senso è molto "da Nomadi".

La terza canzone è una delle mie preferite: "Monna Lisa" è un pezzo divertente e intelligente, di un Ivan Graziani che io ho sempre amato. A mio parere, il cantautore abruzzese avrebbe meritato ben altra considerazione da vivo, e ancora di più adesso. L'omaggio dei Nomadi è doveroso, e bellissima è stata l'interpretazione con il figlio di Ivan sul palco del Nomadincontro 2011. Parlando poi della canzone in sé: molto bello l'arrangiamento, con l'intro di basso seguito a ruota dalle tastiere di Beppe, con Massimo sempre presente. Anche la chitarra di Cico è ottima, con un bel riff che andrà ad anticipare l'ultima strofa cantata a due voci (la seconda voce è quasi sussurrata...) .

"La Leva Calcistica della Classe '68" è un'altra canzone che non ha bisogno di presentazioni. Il pezzo di De Gregori è un grande classico, ed è sempre un piacere ascoltarlo. Danilo come sempre è magistrale. La canzone si conclude con un lungo assolo di Cico, in una parte strumentale davvero bella.

Una grande sorpresa arriva con la canzone di Venditti, "Piero e Cinzia". Al primo ascolto si resta quasi spiazzati: la voce non è di Danilo, né quella di Massimo. Ecco allora il Sergio cantante, finalmente inciso su disco, dopo le splendide esibizioni dal vivo nel periodo di convalescenza di Danilo. Sergio Reggioli ha una voce molto calda, e si sposa alla perfezione col pezzo, che qui troviamo (visto l'argomento) in versione "reggae". Davvero bello l'arrangiamento, che rende il pezzo divertente, fresco, e piacevole da ascoltare più e più volte. Bella anche la fusione, nel finale, tra il pezzo di Venditti e "Redemption Song" di Bob Marley.

Ad aprire una delle canzoni d'amore più belle mai scritte, "Prima del temporale", sono le note del pianoforte di Beppe, seguite subito dopo dalla splendida voce di Danilo. La canzone di Ruggeri (e Schiavone) è un vero e proprio capolavoro, nel testo e nella musica. Danilo lo interpreta alla perfezione, accompagnato egregiamente da tutto il gruppo. Chiude la canzone nuovamente il pianoforte.

Ed ecco un altro capolavoro: "Stranamore (pure questo è amore)". La canzone di Vecchioni (finalmente e meritatamente vincitore di Sanremo 2011) ha un testo magistrale, che meriterebbe un approfondimento a parte. Ma una citazione è d'obbligo (di questi tempi, poi...): "Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione, perché più in là non si poteva conquistare niente, e tanta strada per vedere un sole disperato, e sempre uguale e sempre come quando era partito...".  Nulla da aggiungere... Ma tornando all'analisi della versione dei Nomadi: bello il riff iniziale, bella la chitarra (lieve, accennata) che accompagna in sottofondo le "seconde strofe". Ottima la scelta di sovrapporre chitarra elettrica e acustica (accordi pieni, netti) durante il ritornello (... Forse non lo sai ma pure questo è amore...), con l'aggiunta di una effetto tastiera molto particolare. E che dire della straordinaria interpretazione di Danilo? E ancora: bellissimo l'assolo di Cico prima del nuovo ritornello che va ad anticipare la strofa citata poco sopra. Insomma, in assoluto uno dei brani più belli del disco.

E arriviamo all'unica canzone cantata da Massimo: "Il giorno di dolore che uno ha". La canzone, una volta selezionata, si andava immediatamente ed automaticamente a collocare nel repertorio di Massimo. Il pezzo è perfetto per la voce del bassista, ed è anche una delle canzoni di Ligabue che preferisco. E dall'originale, la versione dei Nomadi, non si discosta molto. C'è comunque qualcosa che non va: la scelta di un vibrato durante le prime strofe che può dar fastidio se la canzone viene ascoltata con auricolari o cuffie, seppur questa nota può essere anche del tutto personale. Non soggettivo, ma oggettivo, lo sbaglio che i Nomadi vanno a fare con la scelta di censurare (sì, censurare...) una parola del testo originale di Ligabue: stiamo parlando, ovviamente, di quel "merda" originale che nel testo dei Nomadi, magicamente, si trasforma in "feccia". Ora: quale interpretazione dare a una scelta del genere? Sinceramente non lo so. Laddove, nella canzone precedente, la parola "coglione" non era stata toccata (e menomale!), in quella di Ligabue troviamo questa assurda scelta. Ahimè, tutto questo va, secondo il mio parere, a incidere negativamente su tutta la canzone. Cosa ne avrà pensato Ligabue? E i suoi fans? Peccato...

Arriva finalmente un "nuovo" pezzo di Guccini inciso dal gruppo al quale è indissolubilmente legato. "Autogrill" è una canzone tanto bella quanto malinconica. Guccini riesce - come sempre - a raccontare una storia comune, semplice, e a fartela vivere intensamente, quasi facendoti calare nel protagonista. E qui, come in Vecchioni, l'arte della scrittura è espressa al massimo, anche in piccoli passaggi come quel "Bella, d'una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria..."; Grandi artisti, grandi autori, ed è senza dubbio un piacere sentirli reinterpretati dai nostri. Musicalmente parlando, nella canzone di Guccini si esalta poi il violino di Sergio. In conclusione, ho letto qualche malumore di qualche gucciniano doc riguardo questa versione: sinceramente non riesco a capirli fino in fondo. Penso sia normale che un cantautore come Guccini non possa essere "copiato", nell'interpretazione e nell'intensità del pezzo. Del resto, sappiamo tutti che esiste una "Canzone per un'amica" dei Nomadi e una "Canzone per un'amica" di Guccini, così come "La Collina" o "Asia" di Guccini o dei Nomadi. Due modi diversi di interpretare brani sempre grandissimi. Tutto qua... ed io sono sinceramente felice di poter aggiungere, oggi, una "Autogrill" di Guccini e una "Autogrill" dei Nomadi alla mia playlist personale.

Troviamo subito dopo un'altra graditissima sorpresa: "Chi mi aiuterà" dei Ribelli è in questo disco qualcosa di veramente esplosivo. Si comincia con una tastiera "Hammond", che subito dopo viene interrotta dalla chitarra elettrica di Cico, accompagnata dall'arpeggio di un'altra chitarra. Ed ecco anche la voce di Danilo. Dei cori vanno ad accompagnare la canzone (davvero bello quando si sovrappongo alla voce di Danilo in "Chi mi aiuterà..."). Si va verso un crescendo davvero spettacolare. Un altro omaggio dei Nomadi ad un altro grandissimo artista che non c'è più: Demetrio Stratos e la sua immensa voce.

A concludere le cover troviamo un pezzo non cantautorale: "Vent'anni" di Massimo Ranieri. Questo brano è stato scelto personalmente da Danilo, e non posso che sposare in pieno la scelta. Cantare una canzone di Ranieri, senza sfigurare, è un'impresa ardua. Danilo, ovviamente, non sfigura, anzi. La voce dei Nomadi canta "Vent'anni" con un'intensità straordinaria, e ci va a regalare un grande pezzo della musica italiana da poter annoverare tra le tante incisioni del nostro gruppo.

Chiude invece il disco una canzone dei Nomadi; non un inedito, ma quel "Due Re senza Corona" che qualche malumore aveva suscitato un anno prima, con la scelta del gruppo di Beppe di renderla disponibile solo nella versione del disco "Allo Specchio" su iTunes. Ecco quindi che finalmente anche chi ha ancora il coraggio di comprare un disco in "plastica e policarbonato" può avere l'onore di ascoltarla in alta qualità nel proprio lettore cd. La scelta di chiudere questo disco con questo brano è comunque ottima: la canzone mi è sempre piaciuta. Bello l'arpeggio iniziale, particolare la strofa (nella seconda troviamo un Danilo quasi in "versione Pelù"), bello il ritornello con un violino niente male. Insomma, un vero e proprio pezzo da Nomadi va a chiudere un album pieno di canzoni originariamente non "Nomadi", ma che da oggi "da Nomadi" lo sono.

Accolto con un po' di freddezza dal sottoscritto, ascoltandolo e riascoltandolo, ho imparato ad apprezzare e ad amare questo disco, considerandolo un ottimo lavoro, forse addirittura un qualcosa che si doveva fare.

Termina qui, quindi, l'avventura dei Nomadi con la Warner. Dal prossimo album (un inedito?), i Nomadi si autoprodurranno. Scelta giusta o sbagliata? A mio parere penso sia giusta. Se i Nomadi hanno la forza di farlo, che lo facciano, senza dunque doversi più piegare a scelte di mercato e ad ospitate forzate. Il proprio pubblico, ormai, i Nomadi lo hanno, e per quanto riguarda la pubblicità, il gruppo da anni ormai si è reso conto che non ha bisogno di quella patinata e plastificata della radio e della tv. La pubblicità dei Nomadi è lì, nelle piazze, durante i tanti concerti. La pubblicità dei Nomadi siamo noi. Di altro, per un gruppo come i Nomadi, penso non ci sia più bisogno.

Sempre Nomadi. Ancora una volta con sentimento.

 

 

Guido Pacitto

 

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