CORPO ESTRANEO (2004)

 

Titolo: Corpo Estraneo

Anno: 2004

Casa discografica: Atlantic

Tipo: Inedito

Valutazione personale (da 1 a 5): 

 

I Nomadi:

Beppe Carletti - Tastiere
Cico Falzone
- Chitarre
Daniele Campani
- Batteria
Danilo Sacco
- Voce
Massimo Vecchi
- Basso e Voce
Sergio Reggioli
- Violino e Percussioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le canzoni:

- L'ordine dall'alto (Cattini, Vecchi, Carletti) 4'13''
- Oriente (Mei, Carletti, Cerquetti, Falzone) 4'41''
- Essere o non essere (Mei, Cerquetti, Carletti, Campani) 4'11''
- In piedi (Sacco, Carletti) 4'35''
- Stella Cieca (Vattai, Vecchi, Carletti) 3'34''
- Confesso (Mei, Cerquetti, Carletti, Reggioli) 3'23''
- Corpo Estraneo (Mei, Cerquetti, Carletti, Falzone) 4'09''
- Stringi i pugni (Sacco, Carletti, Salvatori) 4'39''
- Vulcani (Mei, Cerquetti, Carletti) 4'22''
- Soldato (Mei, Cerquetti, Carletti) 4'37''
- La voce dell'amore (Satta Flores, Carletti, Vecchi) 4'22''

 

Recensione: Il "Corpo Estraneo" dei Nomadi è senza dubbio un ottimo lavoro. La prima nota positiva da sottolineare, è il fatto che tutte le canzoni dell'album si mantengono sotto i cinque minuti, una scelta davvero azzeccata per il tipo di musica che fa il gruppo. E poi che dire della copertina e del libretto del CD? Finalmente i Nomadi nell'artwork del disco si sono rivelati straordinariamente originali. La copertina, in stile Settimana Enigmistica, è soltanto un assaggio di quello che si trova al suo interno: cruciverba, rebus, differenze... e come se non bastasse, addirittura il CD richiama un famoso gioco dell'altrettanto famoso settimanale enigmistico, e cioè "Il Bersaglio". Eccezionale!

Parlando di musica: il disco è pieno di sonorità diverse e, a volte, sorprendenti. È il caso, per esempio, della canzone di apertura del disco, "L'ordine dall'alto": la musica è incredibilmente dura e sfocia addirittura nell'hard rock. La chitarra di Cico, ottimamente presente in tutto il disco, graffia significativamente, e ad accompagnarla è l'incredibile forza della voce di Massimo, che, in certi passaggi, trasuda rabbia allo stato puro. Straordinaria canzone.

"Oriente" è il singolo che ha anticipato l'uscita dell'album, ed è senz'altro una buona canzone. Il testo è molto impegnativo, la musica buona (sempre grande Cico con la sua chitarra nel riff che apre le strofe), ma, a mio parere, il tutto si perde un po' nel ritornello; orecchiabile, certo, ma forse un po' "stonato" con tutto il resto... e poi troppo ripetitivo.

"Essere o non essere" si apre nuovamente con la chitarra di Cico Falzone, e risulta un ottimo pezzo. Carino il testo, buonissima la musica.

Delle due canzoni che annovera tra gli autori anche Danilo Sacco, "In piedi" è di sicuro il pezzo migliore. "Stringi i pugni" non regge il confronto e, già dopo la frase iniziale, si capisce ben presto che si tratta di una di quelle canzoni che mi piacerebbe non vedere più presentate dai Nomadi, piene di retorica fino all'ultima nota e parola...

Massimo Vecchi, oltre alla splendida "L'ordine dall'alto", canta in questo disco altri due pezzi: "Stella cieca" e la traccia finale "La voce dell'amore". Se per la prima canzone non mi sbilancio più di tanto mettendola tra le tante canzoni carine dei Nomadi, per "La voce dell'amore" mi sbilancio eccome, definendola uno dei pezzi migliori del disco; dalle incredibili e interessanti sonorità rockeggianti, questa canzone ti spiazza spazzando via tutto quello che poteva farti pensare il suo titolo senz'altro non originale.

L'immancabile canzone predominata dal violino di Sergio, qui sotto il titolo di "Confesso", al primo ascolto non mi è piaciuta per niente. Col tempo, invece, a parte il ritornello che reputo, musicalmente parlando, molto debole, credo sia senz'altro una canzone che va ascoltata, dalla musica particolare e da un buon testo.

A mio parere, la canzone più bella del disco è la title-track: "Corpo Estraneo". Intro fantastico, due strofe molto belle, per poi esplodere, grazie alla (guarda un po'...) straordinaria chitarra di Cico, in uno dei ritornelli più belli, intensi e orecchiabili dei Nomadi. Se poi analizziamo pure la voce di Danilo... Poteva essere un capolavoro, ma... peccato, sempre peccato per la carenza di "più testo"...

Chiudiamo così con "Vulcani" e "Soldato". "Vulcani" è un pezzo sul quale c'è poco da dire: orecchiabile e carino. Un ottimo pezzo dal ritornello che subito ti prende e dalla musica molto particolare. Per quanto riguarda "Soldato", la ritengo una di quelle canzoni da mettere tra le più belle del gruppo. Splendida poi la fusione tra la chitarra elettrica di Cico e il violino di Sergio... davvero bellissimo.

Che altro dire? Forse soltanto una piccola nota polemica: un vero peccato, con pezzi molto belli come quelli presenti in questo disco, non sfruttare appieno la lunghezza del testo. Un piccolo vizio che hanno i Nomadi, ormai, è quello, purtroppo, di ripetere sempre le stesse parole durante la durata delle canzoni. Speriamo che in futuro il gruppo ci regali testi un po' più "variegati".

Sempre Nomadi.

 

                

- LA RECENSIONE DI MARTA

 

 

Vuoi dire la tua su questo album? Scrivimi

Tutti i commenti, anche brevi o recensione complete, verranno inseriti nell'apposita sezione RecensiNomadi