LIBERI DI VOLARE (2000)
Titolo: Liberi di volare
Anno: 2000
Casa discografica: CGD
Tipo: Inedito
Valutazione personale (da
1 a 5):
I Nomadi:
Beppe Carletti
- Tastiere
Cico Falzone - Chitarre
Daniele Campani - Batteria
Danilo Sacco - Voce e chitarra
Massimo Vecchi - Voce e basso
Sergio Reggioli - Violino e percussioni
Le canzoni:
-
Stop the world (vogliamo tornare a giocare)
(Carletti - Cerquetti - Mei -
Falzone)
-
Dove sei (Carletti -
Robin)
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La vita che seduce
(Carletti - Cerquetti -
Mei)
-
La libertà di volare
(Carletti - Chiarelli)
-
Certo che puoi
(Carletti - Robin - Vecchi)
-
Se non ho te
(Carletti - Sacco)
-
Tu combatterai (Carletti -
Chiarelli)
-
Stella d'oriente
(Carletti - Cerquetti -
Mei)
-
La rosa del deserto
(Carletti - Cerquetti -
Mei)
-
Salve sono la Giustizia
(Carletti - Chiarelli - Sacco - Falzone)
Recensione: Dopo l’ultimo inedito di due anni prima, il capolavoro “Una storia da raccontare”, i Nomadi non solo non riescono a mantenere la stessa linea del precedente lavoro, ma se ne allontanano totalmente, e presentano un album quasi del tutto anonimo… (ovviamente sempre secondo il mio punto di vista). Non sono un critico musicale o un maestro di musica, ma un amante della buona musica, quella non commerciale, quella controcorrente, che ha qualcosa da dire e da suonare, insomma, quella vera, quella alla quale i Nomadi ci hanno abituati fino al 1998... e in “Liberi di volare”, ahimè, di queste cose ce ne sono ben poche.
Basterebbe, comunque, già un'attenta visione della copertina per farci capire che qualcosa non va... penso una delle più brutte nella storia della musica italiana.
Cominciamo dalla prima canzone,
“Stop The World”: all’inizio potrebbe sembrare un gran bel pezzo, una delle migliori dell’album (e comunque una delle migliori lo è, ma non ci vuole tanto) ma… dopo un ascolto più accurato, dopo averla strasentita ai vari concerti, una domanda sorge spontanea: cos’ha di bello “Stop The World”? La risposta è altrettanto spontanea… a parte l’intro di batteria e tastiera e l’unico, badate bene, l’unico assolo di Cico
in tutto il disco, nulla!
Testo di tre righe che si ripetono fino alla noia e all'esasperazione, ritornello assolutamente non esaltante. E nonostante tutto “Stop The World” credo sia una delle canzoni più belle dell’album…
E sulla seconda traccia il mio volto si rabbuia: “Dove sei” sa semplicemente di Pooh, nient’altro da aggiungere…
se non sperare che mai arriverà il giorno in cui un componente del noto gruppo
italiano citi i Nomadi per plagio... perché davvero sembra scritta da loro,
forse accantonata nei loro archivi perché poco coraggiosi da proporla in
pubblico (c'hanno pensato i Nomadi...)...
Il singolo che ha anticipato l’uscita del disco, “La vita che seduce”, è la canzone più bella del disco. Buon riff di Cico, poi verso e ritornello orecchiabili.
“La libertà di volare”: so che è una canzone molto amata dal pubblico dei Nomadi, e infatti non è brutta, anche se
nella strofa forse è fin troppo lenta, riprendendosi in parte poi con il ritornello, orecchiabile... ma la pecca di questa canzone, forse, è che è un “ po’ ” troppo retorica…
“Certo che puoi”… prima canzone cantata da Massimo, ed è qui che ci si accorge che qualcosa manca a questo album… e che qualcosa invece è in esubero…
Infatti a metà del disco si può già stilare una sorta di giudizio dell’album. Cominciamo dalla cosa che non manca affatto
in questo disco, anzi… ce ne è fin troppa: la retorica. Ma la cosa più preoccupante è
ciò che manca invece al disco: la musica! Quasi tutte le canzoni hanno una base talmente anonima che si rischia seriamente di venire colpiti da un colpo di sonno.
Ma continuiamo
con la seconda parte...
“Se non ho te” ha un intro di violino che è di un mieloso assurdo. Se poi aggiungiamo il testo ancora più mieloso, un violoncello, un flauto e un soprano, beh… allora chiudiamo con un “no comment”
e un invito ad ascoltare un po' di musica seria a chi la reputa un capolavoro (e
ce ne sono!). Qualche anno dopo verrà
fuori che la canzone è stata inserita all'ultimo momento e scritta in pochi
giorni: si vede e si sente, eccome se si sente...
Arriva “Tu combatterai” e
a questo punto, solo a questo punto mi dico: “ah ecco... ma sto ascoltando un disco dei Nomadi allora?!”. Ma purtroppo anche qui non siamo a livelli altissimi… manca la musica amici, le basi sono di un pop fin troppo spudorato, e solo in questa canzone si accenna un po’ al rock…
anche se durante il ritornello si toccano momenti imbarazzanti riguardanti la
fragilità di un testo che a definirlo elementare si rischia di esaltarlo.
E su “Stella d’oriente” tutte le mie paure si materializzano brutalmente. Provate ad ascoltare la musica mentre Danilo canta… ma non è tutto: canzone lenta, e fin qui, ci siamo, è in linea con l’andamento dell’album, ma… triste, di una tristezza che ti si mette dentro e non ti lascia più
finché non riesci ad addormentarti (e questo disco, tranquilli, il sonno lo
stimola), e… ancora non è tutto! I cori… e che cori!
L’introduzione di questi cori nella canzone ancora la devo capire. Una canzone
triste come questa si può fare, certo, alcune canzoni tristi sono bellissime...
ma non in un album come questo! Ci mancava solo la tristezza...
E arriviamo alla penultima... dai che ci siamo! Tra un po' è finita...
“La rosa del
deserto”… due parole: No comment.
Chiude il disco “Salve sono la giustizia”, dove la retorica si sposa magistralmente con una musica alla Branduardi,
che sarebbe di certo buona, ma... il testo... più imbarazzante di "Tu
combatterai" (e ce ne voleva!), composta da varie frasi che ci ricordano i "pensierini"
(che fossero magari buoni...) dei primi
anni delle elementari, e che farebbero sorridere anche un analfabeta. Incredibile...
I gusti sono gusti… e scusatemi tutti se sono stato troppo cattivo, ma la cosa che mi ha sollevato un pochino è il sapere che non sono l’unico a pensarla così su questo album, che sicuramente è una delle produzioni più anonime
e, ahimè, mi costa dirlo, brutte dei Nomadi.
Da ricordare che questo è il primo disco con il nuovo acquisto Sergio Reggioli, che va a sostituire Andrea Pozzoli.
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